Il monitoraggio della portata cardiaca (CO [l/min])
generalmente è condotto mediante metodi di diluizione.
Di tali metodi sicuramente il più utilizzato nella routine clinica è
la termodiluizione sia per la sua relativamente semplice
applicabilità che per la ripetibilità.
Purtroppo il metodo poco si adatta a stati emodinamici instabili,
estremamente iperdinamici o ipodinamici come generalmente è il paziente critico.
Quindi proprio in quei settori della clinica dove il monitoraggio
della CO sarebbe più necessario, la termodiluizione può mostrare
problemi dovuti sia a motivi tecnici che di teoria del metodo (necessità
di flusso stabile, ecc).
Spesso, oltre a non poter fornire valori di CO legati alle rapide
variazioni emodinamiche (patologiche e/o farmacologiche), può creare
disagio per i pazienti data l’alta invasività necessaria.
La conoscenza della CO in modo continuo, beat-to-beat, può essere un
parametro molto utile per valutare la funzione cardiaca,avere quindi
un ruolo fondamentale nella diagnostica e nella clinica medica, ed è per questo che, specialmente negli ultimi anni, molti
metodi sono stati applicati.